Storia della Compagnia



Una sera d'ottobre del 1967, due amici si incontrano nei pressi della "baracca", come veniva affettuosamente chiamata la prima sede del Gruppo Alpini Borgata Parella: parlano di un possibile spettacolo teatrale da mettere in scena per allietare le serate di soci, amici e famigliari.

In questo piccolo episodio sono già presenti tutti gli ingredienti di una "bella storia", che va avanti da 40 anni, ininterrottamente.

Pino Danieli ed Ernesto Ollino, ecco i nomi dei due amici.

Pinucio, un alpino doc, uno che ha vissuto il dramma della guerra e della prigionia, ma proprio perché conosce così a fondo la sofferenza, sa il valore dell'allegria e del sorriso.

Ernesto era una di quelle rare persone, toccate da una grazia speciale, quella di comunicare gioia alla gente: non esiste un dono più bello, non esiste una forma d'amore per il prossimo più vera e più necessaria.

1 primi risultati sono incoraggianti e la Compagnia trova immediatamente dei fondamentali alleati:Vanoli, la "mama" Martinetto e tutti i capigruppo che si sono succeduti hanno sostenuto con convinzione la Compagnia, considerandola parte integrante del Gruppo, un 'Fiore all'occhiello", in cui i valori alpini si ritrovano presenti e vivi.


Altri grandi alleati Monsignor Enriore e poi don Enrico Molgora che consentono alla Compagnia di avere un "proprio" teatro, perché riconoscono nella sua attività una risorsa per fare il bene, offrendo un divertimento semplice e sano.


Amicizia chiama amicizia e il cerchio si allarga: in 40 anni tanti "attori" si sono alternati e poco per volta uno "zoccolo duro" si è consolidato, cementato, divenendo forte e compatto.

L'epicentro di questo terremoto di bene e di allegria è stato lui, Ernesto Ollino.
Infaticabile, non si limitava ad essere un grande attore, dotato di naturalezza e di toni e di gesti, di una presenza scenica carismatica: era la vera anima, il mago, il "regista" e la sua più bella vittoria è stata quella che la sua creatura, dopo la sua morte nel 2002, non si è sciolta, ma continui nel suo nome, fedele ai suoi insegnamenti.

La "bella storia" non vuole finire, soprattutto oggi, quando le parole come amicizia, allegria e solidarietà sembrano polverose.

Abbiamo imparato il "passo alpino", lento e cadenzato, che ci ha permesso di arrivare fin qui, portando nei nostri cuori il ricordo indelebile di quanti ci hanno accompagnato in questa piccola-grande avventura.

Non c'è però tanto tempo per fermarci e autocompiacerci: altro cammino ci aspetta, altre commedie, altri applausi, altra gente a cui regalare un sorriso. 

Insieme come sempre, allegri come sempre, amici per sempre.